La storia di William Hill
La storia di William Hill inizia nel 1934, quando la compagnia prese il nome del suo fondatore in un momento in cui le scommesse erano ancora bandite nel Regno Unito. Per aggirare il divieto, la nuova azienda adottò un sistema estremamente semplice ed efficace: l’accettazione delle puntate avveniva infatti tramite posta e telefono. Per assistere all’apertura delle prime agenzie fisiche sarà necessario attendere il 1961, quando finalmente il betting venne legalizzato nell’isola. Nel nuovo quadro William Hill iniziò a rafforzarsi sempre di più, tanto da decidere una ulteriore espansione, condotta tramite l’acquisizione delle agenzie rivali. Un consolidamento sempre più intenso che scatenò però gli appetiti di grandi gruppi intenzionati a non lasciarsi scappare occasioni di guadagno. Tra di essi, in particolare, Sears Holding Group, che acquistò William Hill nel 1971, quando venne a mancare il fondatore. Nel frattempo l’azienda continuava a crescere a ritmi forsennati, come dimostrano le quasi 15mila agenzie territoriali vantate nel 1973. Una crescita talmente intensa da spingere nel 1988 il colosso Grand Metropolitan ad acquistare William Hill. Nonostante la proprietà anche di un altro marchio del gioco d’azzardo, Mecca Bookmakers, la ragione sociale restò la stessa, segno evidente che il nome William Hill godeva ormai di una reputazione inattaccabile. Grand Metropolitan, però, rimase sul ponte di comando appena dodici mesi, in quanto nell’anno successivo la nuova compagnia fu acquisita da un altro colosso del gioco d’azzardo, ovvero Brent Walker, proprietario di oltre 1800 agenzie e con un giro d’affari miliardario. Nel 1994, però, oltre alla legalizzazione delle scommesse sul calcio all’interno delle agenzie, arrivò un altro evento di grande rilievo per la storia di William Hill, ovvero l’introduzione della lotteria nazionale, che drenò parte delle risorse abitualmente indirizzate verso il betting dagli inglesi. Le difficoltà succedute a questo evento spinsero quindi Brent Walker a cedere il ponte di comando a Nomura. Le difficoltà del momento vennero spazzate via con l’avvento del nuovo millennio, quando il lancio di un servizio scommesse sul web si abbinò a quello del casinò online, contribuendo in maniera decisiva al rilancio della compagnia. Un rilancio testimoniato dalla quotazione presso la Borsa di Londra, nel 2002, coronata da evidente successo. Le basi per un futuro radioso erano state poste e il risultato più visibile fu la campagna di acquisizioni culminata nell’assunzione della proprietà dell’ippodromo Brough Park Greyhound e del Newcastle Greyhound Stadium. Altra pietra miliare nel processo di crescita di William Hill è poi quello risalente al 2008, quando l’azienda dette luogo ad una collaborazione con PlayTech, uno dei nomi di maggior spicco nell’ambito dei provider per il gaming online. Intanto, però, l’internazionalizzazione del marchio procedeva a pieno ritmo, come dimostrato nel 2011 dall’acquisizione di American Wagerin Inc e Brandywine Bookmaking, negli Stati Uniti. Seguita dall’ottenimento di una licenza di gioco nel Nevada, l’anno successivo, primo operatore europeo a riuscire nell’intento. Il 2013 è invece l’anno dell’espansione in Australia, con l’acquisizione di Sportingbet’s Australian Business, cui farà seguito cinque anni dopo quella di un colosso come Crownbet Holdings, in cambio di 300 milioni di dollari locali. Mentre il 2019 ha salutato la conquista di Mr. Green&Co, compagnia europea in rapida espansione, per il corrispettivo di 242 milioni di euro. Un anno più tardi, però, sarà proprio William Hill ad essere acquistato da un altro colosso del settore, ovvero Caesars Entartainment, inaugurando una nuova fase con il mantenimento di tutto il business negli Stati Uniti e la vendita di quello in Gran Bretagna e nel resto del mondo.L’importanza di affiliarsi a William Hill
Quanto abbiamo ricordato, può far capire come proprio William Hill sia in grado di conferire grandi vantaggi a chi intrattenga rapporti commerciali con l’azienda. Chi ama scommettere, anche in Italia, sa benissimo che si tratta di una garanzia assoluta. Lo è innanzitutto in termini di sicurezza. William Hill, infatti, gode di una licenza rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (), un tempo AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato). In pratica è tenuto a seguire per filo e per segno leggi e prescrizioni dello Stato italiano sul gioco d’azzardo. William Hill, inoltre, è in grado di presentare alla propria clientela, estremamente numerosa, un mix cui concorrono servizi di qualità, a partire dall’assistenza, bonus di benvenuto e altre promozioni tese ad attrarre e mantenere giocatori, e palinsesti che presentano un gran numero di discipline sportive su cui scommettere e giochi da tavolo con cui divertirsi in ogni ora della giornata. Per effetto della sua proposta, il portale varato in Italia dal bookmaker britannico è diventato un vero e proprio polo d’attrazione per tutti gli apionati di betting e gaming. La sua clientela è non soltanto numerosa, ma anche fedele. Proprio per questo motivo è ottima cosa intrattenere rapporti con William Hill, soprattutto da parte di chi cerca l’occasione giusta per poter remunerare in maniera adeguata il proprio sito tramite l’ marketing. Come abbiamo ricordato, questa tecnica commerciale fondata sulle affiliazioni si sta rivelando un modo molto più produttivo di mettere a frutto i contenuti di qualità, andando a rispondere ad una esigenza che si è andata sempre più evidenziando con il are degli anni. Per poter realmente funzionare, però, occorre che a essere in gioco siano marchi effettivamente in grado di attrarre consenso generalizzato. Come accade, appunto, nel caso di William Hill.Imperial Deal: il network di affiliazione gambling più affidabile
- l’offerta di affiliazioni scommesse e casino le quali risultano tra le più redditizie attualmente presenti sul mercato, oltre che scarsamente inflazionate;
- un payout molto basso. Basta infatti conseguire 50 euro mensili di guadagno per poter richiedere il pagamento da parte dell’editore. Inoltre è possibile vedersi accordato il dovuto su base settimanale nell’eventualità che i numeri generati dal proprio sito raggiungano volumi importanti;
- l’opportunità di far valutare il proprio sito in modo da poter farlo rientrare in una fascia , all’interno della quale sono previsti ulteriore premi nel caso in cui si riesca a raggiungere obiettivi prefissati;
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