Si continua a discutere molto di
criptovalute, spesso a sproposito o con scopi puramente strumentali. Se però sono sempre più forti le voci di coloro che le denunciano come possibile strumento per la movimentazione di capitali provenienti da attività illecite o di chi invece mette in guardia dal montare di una clamorosa bolla speculativa,
le previsioni degli analisti sembrano aprire la strada ad una ulteriore progressione delle monete virtuali nel corso del 2018.
Un 2017 con il botto
Naturalmente sotto la lente di ingrandimento degli addetti ai lavori è soprattutto il
Bitcoin, la prima e più famosa criptovaluta inventata nel 2009 da
Satoshi Nakamoto, che
ha chiuso il 2017 in grande spolvero, con un aumento esponenziale del proprio valore, attestatosi intorno a quota 15mila dollari. Per capire il suo ritmo di crescita, basterà ricordare come all’inizio dell’anno il bitcoin valesse meno di 1000 dollari, ovvero 963. Ciò vuol dire che chi ha avuto l’accortezza di comprarne uno a gennaio 2017 e di rivenderlo alla fine dell’anno, avrebbe guadagnato circa 14mila dollari. Come si può facilmente comprendere, si tratta di
ritmi di crescita sconosciuti a qualsiasi attività di carattere finanziario e quindi tale da sollecitare interrogativi a non finire. E anche qualche interpretazione malevola, come quelle espresse da Davide Serra, il finanziere che ha fondato
Algebris, il quale non ha esitato poche settimane fa ad attaccare frontalmente le criptovalute additandole come una sorta di lavanderia per capitali illeciti.
E il 2018 potrebbe essere addirittura migliore
Se il 2017 è stato un anno da ricordare per il bitcoin,
il 2018 rischia però di diventare indimenticabile. A renderlo tale potrebbe essere il concretizzarsi delle previsioni, che lo vedono addirittura
pronto a sfondare quota 150mila dollari. Una previsione che si fonda su una serie di dati ben precisi, a partire dal fatto che a fine 2017 sono stati minati circa 17 dei 21 milioni di bitcoin preventivati. Di questi, però, addirittura 5 milioni risulterebbero dispersi per cause varie, dipendenti dai loro wallet o dalla perdita delle chiavi private di accesso. Altri dati da prendere in seria considerazione sono poi il costante aumento di utenti privati che intendono investire in bitcoin e, soprattutto,
la crescita di attenzione da parte dei circuiti finanziari tradizionali. In particolare, sono i fondi di investimento, gli ormai famosi “hedge funds”, ad affermare senza mezzi termini la loro intenzione di dedicarsi alle criptovalute. La notizia che
CME Group e
CBOE introdurranno entro inizio 2018 i futures sui bitcoin ha già fatto il giro del mondo, riverberandosi in maniera estremamente positiva su di esso. Va infatti ricordato come il primo costituisca il più importante futures exchange degli Stati Uniti, mentre il secondo è il più importante options exchange americano. Se a questo si aggiunge che
anche il NASDAQ ha annunciato la sua intenzione di introdurre i future sui bitcoin nel 2018, si può facilmente capire come quota 150mila dollari a bitcoin non sia assolutamente una chimera.
Conviene ancora investire sui Bitcoin?
A giudicare da quanto detto sinora, converrebbe quindi investire sulla criptovaluta più famosa anche in questo 2018. Attenzione, però: la crescita esponenziale della sua quotazione fa anche capire come l’anno appena iniziato rappresenti una sorta di
ultimo treno, dopo il quale potrebbe non essere più conveniente un investimento di questo genere.
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