Il 3-0 incassato dall’Italia contro la Norvegia non ha solo lasciato cicatrici tecniche e morali, ma ha anche fatto tremare la panchina di Luciano Spalletti. Il CT azzurro, messo sotto pressione da una prestazione deludente e da un gruppo squadra apparso confuso e disorientato, si gioca tutto nella prossima sfida contro la Moldavia. La partita, in programma a Reggio Emilia, potrebbe essere decisiva per il futuro della guida tecnica della Nazionale: anche una vittoria potrebbe non bastare a garantire la permanenza dell’ex tecnico del Napoli, soprattutto in caso di prestazione poco convincente.
Spalletti stesso ha ammesso pubblicamente che ci sarà un confronto diretto con il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, subito dopo il match: “Devo parlare di tutto col presidente. Mi ha dato fiducia e lo ringrazierò sempre, poi lui farà le sue valutazioni”. Martedì, quindi, sarà un crocevia: o si continuerà nel solco tracciato dall’attuale commissario tecnico, oppure si aprirà l’ennesimo nuovo ciclo.
Nel frattempo, Gravina si prepara a incontrare anche Gigi Buffon e la squadra per sondare il clima nello spogliatoio. Alcuni elementi del gruppo avrebbero espresso perplessità sull’assetto tattico adottato in Norvegia, giudicato incoerente rispetto al lavoro svolto nei giorni precedenti.
Se dovesse maturare un cambio in panchina, il casting è già partito. Due nomi sono in cima alla lista: Stefano Pioli, reduce dall’addio al Milan e vicino alla Fiorentina, e Claudio Ranieri, attualmente consulente della Roma e corteggiato dalla Federazione per la sua esperienza e il carisma internazionale. Più remota, ma suggestiva, l’ipotesi di un ritorno di Roberto Mancini, che ha recentemente aperto a una clamorosa seconda avventura in azzurro, dopo l’addio del 2023 per accettare l’offerta dell’Arabia Saudita. “Mi sono pentito di aver lasciato, allenare l’Italia è la cosa più bella che ci sia”, ha dichiarato l’ex CT, vincitore dell’Europeo nel 2021.
Difficile, invece, immaginare alternative come Massimiliano Allegri o Carlo Ancelotti, già impegnati con nuovi incarichi. Esclusa anche la pista che porta a profili giovani: con la qualificazione al Mondiale 2026 ancora da conquistare, serve un tecnico pronto, esperto e capace di compattare un gruppo che rischia di saltare il terzo Mondiale consecutivo, un’eventualità che la FIGC non può permettersi.
Il futuro della Nazionale si scrive martedì sera. Una vittoria potrebbe non essere sufficiente, una sconfitta spalancherebbe le porte a una rivoluzione. Quel che è certo è che l’Italia non può più permettersi i falsi.