La morte di Papa sco è arrivata improvvisa la mattina del 21 Aprile, nel Lunedì dell’Angelo. Dopo le sue ultime apparizioni, compresa quella nel giorno della Santa Pasqua, e i lievi miglioramenti sullo stato di salute del Pontefice, la notizia della sua scomparsa è stata annunciata dal camerlengo, il Cardinale Kevin Joseph Farrell, nella Cappella di Casa Santa Marta: “Carissimi fratelli e sorelle con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre sco – le sue prime parole – . Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, sco, è tornato alla casa del Padre.”
Il “nuovo” Conclave dopo il Concistoro
E dunque adesso ci si ‘proietta’ al futuro, che dovrà portare all’elezione del nuovo Pontefice. Al 1° gennaio 2025, il Collegio cardinalizio contava 253 membri, di cui 139 aventi diritto di voto e 114 privi di tale prerogativa. Tuttavia ci sono 14 Cardinali della Santa Romana Chiesa che nel corso del 2025 raggiungeranno il traguardo degli 80 anni e, di conseguenza, perderanno – secondo le disposizioni del diritto canonico – la facoltà di partecipare a un futuro conclave. Escludendo eventuali decessi e nuove nomine, entro la fine del 2025 il numero dei cardinali elettori si ridurrà a 125, mentre quello dei non elettori crescerà a 128.
Però, per tornare al limite di 120 cardinali elettori stabilito da San Paolo VI, bisognerà aspettare almeno fino a maggio 2026. In tutto questo Papa sco aveva già ridisegnato la composizione geografica del Collegio Cardinalizio. Per la prima volta nella storia, è stato nominato un cardinale in Iran, Dominique Matthieu, Arcivescovo di Teheran-Ispahan, e un altro in Serbia, Ladislav Nemet, Arcivescovo di Belgrado.
Con 72 Paesi rappresentati, di cui 24 che non avevano mai avuto un cardinale prima, il Pontefice ha ampliato la prospettiva internazionale della Chiesa. E inoltre, sco, ha voluto anche sfidare una tradizione parecchi consolidata: risultano infatti assenti cardinali in sedi storicamente rilevanti come Lisbona, Venezia, Milano, Firenze e Parigi, mentre ha scelto di nominarli in città come Torino, Napoli, Lima, Santiago del Cile e Toronto.
Quote, Favoriti e Pronostici Scommesse Prossimo Papa
Attualmente tra i principali quote specifiche a riguardo. Detto questo, l’elezione del nuovo Papa dipenderà anche da dinamiche geopolitiche ed ecclesiali. Se i cardinali vorranno proseguire nella linea riformista di sco, potrebbero scegliere un profilo come Zuppi o Tagle. Se invece si preferirà un ritorno a una linea più tradizionale, candidati come Sarah o Erdő potrebbero avere più possibilità.
Candidato | William Hill | Paddy Power | Ladbrokes | Bet365 | Unibet |
---|---|---|---|---|---|
Pietro Parolin | 2.75 (7/4) | 3.5 (5/2) | 4.0 (3/1) | 2.50 | 2.60 |
Luis Antonio Tagle | 2.75 (7/4) | 3.0 (2/1) | 4.5 (7/2) | 2.75 | 3.0 |
Peter Turkson | 9.0 (8/1) | 8.0 (7/1) | 9.0 (8/1) | 8.0 | 7.5 |
Péter Erdő | 9.0 (8/1) | 10.0 (9/1) | 10.0 (9/1) | 9.0 | 9.5 |
Marc Ouellet | 15.0 (14/1) | 13.0 (12/1) | 15.0 (14/1) | 14.0 | 13.0 |
Matteo Zuppi | 8.0 (7/1) | 9.0 (8/1) | 8.0 (7/1) | 8.0 | 8.5 |
Robert Sarah | 10.0 (9/1) | 11.0 (10/1) | 12.0 (11/1) | 10.0 | 11.0 |
Fridolin Ambongo | 12.0 (11/1) | 14.0 (13/1) | 13.0 (12/1) | 13.0 | 12.0 |
Favoriti principali
Matteo Zuppi (Italia)
Arcivescovo di Bologna e attuale presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), Matteo Zuppi è uno dei nomi più ricorrenti tra i papabili italiani. Pastore dal profilo fortemente pastorale e sociale, è noto per il suo impegno nel dialogo interreligioso, nella mediazione diplomatica (in particolare nella missione di pace per l’Ucraina affidatagli da Papa sco) e nella difesa dei più fragili. Storicamente legato alla Comunità di Sant’Egidio, Zuppi è considerato una figura che incarna molti tratti del pontificato di sco: attenzione alle periferie, ascolto, accoglienza. Tuttavia, alcuni settori del collegio cardinalizio lo ritengono troppo “politico” e troppo vicino a reti ecclesiali percepite come fortemente identitarie. Nonostante ciò, resta uno dei principali candidati per chi auspica una continuità sostanziale con l’ultimo decennio.
Luis Antonio Tagle (Filippine)

Già arcivescovo di Manila e attualmente pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, il cardinale Tagle è uno dei candidati più quotati a livello internazionale. Carismatico, empatico, brillante comunicatore, rappresenta in molti aspetti il volto asiatico della visione bergogliana. È molto amato in Asia e stimato in Curia, dove è stato chiamato proprio da Papa sco, che lo considera una delle figure chiave per la Chiesa del futuro. Tagle potrebbe diventare il primo Papa asiatico dell’epoca moderna, con un impatto simbolico enorme, soprattutto in un momento storico in cui il cattolicesimo sta crescendo rapidamente nel sud-est asiatico. Il suo profilo intercetta sensibilità teologiche, pastorali e missionarie, rendendolo un papabile di forte peso trasversale. Tuttavia, alcuni osservatori segnalano come ostacolo la sua posizione attuale non al vertice di un dicastero, che potrebbe ridurne la visibilità interna tra gli elettori.
Pietro Parolin (Italia)
Attuale Segretario di Stato vaticano, Parolin è forse il candidato più “istituzionale” in lizza. Uomo di diplomazia e di governo, ha alle spalle una lunga carriera nei ranghi della Santa Sede, con ruoli di rilievo in America Latina e come referente chiave nei rapporti con la Cina, l’Iran e la Russia. È considerato da molti il “grande mediatore” e rappresenta una figura rassicurante per chi desidera stabilità e gestione efficiente dell’apparato vaticano. Il suo limite, però, potrebbe essere proprio la sua appartenenza al cuore della macchina curiale: è percepito come tecnocrate, più che come pastore. Alcuni cardinali lo ritengono troppo cauto, poco profetico, e non pienamente in grado di ispirare una nuova visione di Chiesa. Tuttavia, la sua rete diplomatica, la conoscenza degli equilibri interni e l’apprezzamento in Curia fanno di lui un candidato solido, soprattutto in un conclave orientato alla continuità moderata.
Jean-Claude Hollerich (Lussemburgo)
Gesuita, come Papa sco, Hollerich è arcivescovo di Lussemburgo e relatore generale del Sinodo sulla sinodalità. È considerato una delle menti teologiche più brillanti del panorama europeo, con una visione aperta e dialogante della Chiesa. Ha espresso posizioni riformiste su temi come il ruolo delle donne, il celibato sacerdotale e l’accoglienza delle persone LGBTQ+, pur sempre rimanendo entro i confini del magistero. La sua candidatura rappresenta una possibile sintesi tra rinnovamento ecclesiale e solida formazione dottrinale, ma alcuni cardinali laici potrebbero vederlo come troppo “intellettuale” e meno esperto di governo. Inoltre, l’Europa, dopo sco, potrebbe non essere il continente su cui ricadrà la scelta.
Robert Sarah (Guinea)
Ex prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Robert Sarah è uno dei principali esponenti della corrente conservatrice e tradizionalista della Chiesa. Autore di testi di grande impatto teologico e spirituale, è noto per il suo rigore dottrinale, la difesa della liturgia tradizionale e le sue critiche – espresse con discrezione ma fermezza – verso alcune aperture promosse da sco. Sarah rappresenterebbe una rottura netta con l’impostazione pastorale attuale e un ritorno a un modello di papato più “identitario”. Tuttavia, la sua età avanzata (compirà 80 anni nel 2025), il suo carattere divisivo tra gli elettori e la sua lontananza dalla Curia rendono la sua elezione molto difficile, pur restando una figura di riferimento per i tradizionalisti.
Possibili outsider
Accanto ai grandi favoriti, esiste una categoria di outsider che, pur non essendo al centro dei pronostici, potrebbe emergere come figura di sintesi o di sorpresa in caso di stallo tra le cordate principali. La storia dei conclavi dimostra che spesso i Papi non sono scelti tra i più quotati della vigilia, ma tra coloro che riescono a unire consensi trasversali o a incarnare in modo inatteso le attese del Collegio cardinalizio.
Pierbattista Pizzaballa (Italia)
Patriarca latino di Gerusalemme, scano, 59 anni, Pizzaballa è una figura carismatica con profonda esperienza in contesti di dialogo interreligioso, in particolare con l’islam e l’ebraismo. La sua lunga presenza in Terra Santa, unita alla leadership in un territorio delicato e strategico, lo rende un candidato di forte spessore simbolico e geopolitico. Italiano di nascita, ma figura “internazionale” per vocazione, rappresenta l’idea di un pontefice capace di parlare ai conflitti del mondo contemporaneo e di incarnare la dimensione missionaria e dialogante della Chiesa. La sua età, la sobrietà scana e la neutralità rispetto alle grandi cordate vaticane lo rendono un possibile nome di mediazione, qualora i voti si cristallizzassero su candidati più divisivi.
Fridolin Ambongo Besungu (Congo)
Arcivescovo di Kinshasa e cappuccino, 65 anni, Ambongo è una delle figure più dinamiche e riconoscibili dell’episcopato africano. Impegnato nella difesa dei poveri, nella lotta alla corruzione e nella promozione della giustizia sociale, rappresenta una Chiesa in uscita, come auspicato da Papa sco. È molto stimato in Africa, dove è considerato una guida morale, ma ha guadagnato attenzione anche a Roma, dove il suo profilo è cresciuto negli ultimi anni. Dopo la morte di sco, le quote dei bookmaker sul suo nome sono scese rapidamente, a dimostrazione del crescente interesse attorno alla sua figura. La sua elezione segnerebbe una svolta storica: il primo Papa africano moderno. Le sue chance reali dipenderanno dalla capacità dei cardinali africani di fare fronte comune e di convincere altri blocchi a convergere su di lui.
José Tolentino de Mendonça (Portogallo)
Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, 58 anni, Tolentino de Mendonça è un poeta, teologo e biblista di grande profondità spirituale. Il suo stile è riflessivo, dialogante, ancorato alla Parola e sensibile ai temi culturali del nostro tempo. Incarna una visione contemplativa e intellettuale del pontificato, che potrebbe affascinare i cardinali più attenti alla dimensione umanistica ed evangelizzatrice della Chiesa. È stato chiamato a Roma da sco, che ha visto in lui una delle voci più promettenti per il rinnovamento culturale e spirituale dell’istituzione ecclesiale. Tuttavia, il suo scarso profilo mediatico e la relativa giovane età lo mantengono ancora ai margini delle previsioni conclaviste, anche se in un Conclave fluido potrebbe guadagnare attenzione come nome di qualità.
Questi outsider, pur non essendo oggi tra i più quotati, potrebbero sorprendere in uno scenario di votazioni prolungate o in caso di necessità di una figura capace di ricomporre divisioni interne. La loro forza sta spesso nella neutralità, nella novità o nella capacità di incarnare simbolicamente i grandi temi del nostro tempo: pace, giustizia, dialogo interreligioso, evangelizzazione in contesti complessi.

Cosa rende un cardinale papabile? Criteri e fattori chiave per l’elezione di un Papa
Ogni conclave è unico, ma nel tempo si sono consolidati alcuni criteri ricorrenti che guidano i cardinali elettori nella scelta del prossimo Papa. Tecnicamente, qualsiasi uomo battezzato, cattolico e celibe potrebbe essere eletto pontefice. Tuttavia, nella prassi moderna, il nuovo Papa viene scelto quasi sempre tra i cardinali elettori, ovvero coloro che hanno meno di 80 anni al momento dell’inizio del conclave.
I criteri principali che rendono un cardinale “papabile”
1. Età e salute
I cardinali elettori tendono a preferire candidati con un’età compresa tra i 60 e i 75 anni. Troppo giovane può essere percepito come inesperto; troppo anziano può far temere un pontificato breve o problematico dal punto di vista fisico.
2. Esperienza pastorale o curiale
Viene spesso premiata l’esperienza come vescovo diocesano in contesti complessi, oppure l’aver ricoperto incarichi di rilievo in Curia romana, con capacità di governo e mediazione. Alcuni Papi recenti (come sco e Giovanni Paolo II) venivano da diocesi periferiche; altri (come Benedetto XVI) da ruoli centrali nella macchina vaticana.
3. Equilibrio tra dottrina e visione pastorale
Un profilo considerato papabile è spesso quello di un cardinale capace di tenere insieme fedeltà dottrinale e attenzione pastorale, evitando estremismi. Chi è troppo rigido può risultare divisivo, chi è troppo innovativo può spaventare i conservatori.
4. Capacità di sintesi e consenso trasversale
Il candidato ideale è in grado di unire più cordate e sensibilità diverse. Spesso il Papa eletto è un “profilo di compromesso” in grado di raccogliere voti al secondo o terzo giorno di conclave, dopo un iniziale scontro tra correnti più forti.
5. Rappresentatività geografica e culturale
La provenienza geografica è sempre più rilevante. Con l’espansione del cattolicesimo in Africa, Asia e America Latina, molti elettori ritengono urgente bilanciare la leadership ecclesiale globale con un Papa non europeo. La stessa elezione di sco ha rotto una lunga serie di papi europei.
6. Stile personale e carisma
Oltre ai requisiti formali e funzionali, i cardinali valutano anche lo stile personale, la capacità di parlare al popolo, la spiritualità, il senso del discernimento. Un Papa non è solo un amministratore o un teologo: è anche simbolo, pastore, comunicatore globale.
Questi fattori non agiscono in modo meccanico, ma si intrecciano con dinamiche interne al conclave, alleanze informali, sensibilità spirituali, e – non da ultimo – l’ascolto dello Spirito. In ogni caso, conoscere questi criteri aiuta a comprendere perché certi nomi emergano con più forza di altri e perché alcuni candidati, pur illustri, siano considerati realisticamente “non papabili”.
Nome | Età (2025) | Continente | Esperienza Pastorale | Ruolo in Curia | Orientamento | Quote Medie Bookmaker | Probabilità percepita |
---|---|---|---|---|---|---|---|
Luis Antonio Tagle | 67 | Asia | Alta (Manila, Curia) | Prefetto Evangelizzazione | Progressista | 2.5 | Alta |
Pietro Parolin | 70 | Europa | Moderata (Nunziature, Curia) | Segretario di Stato | Moderato | 3.0 | Alta |
Matteo Zuppi | 69 | Europa | Alta (Roma, Bologna, CEI) | Presidente CEI | Progressista | 8.0 | Media |
Jean-Claude Hollerich | 66 | Europa | Alta (Lussemburgo, Sinodo) | Relatore Sinodo | Progressista | 10.0 | Media |
Fridolin Ambongo | 65 | Africa | Alta (Kinshasa) | Nessuno | Progressista | 6.0 | Media |
Pierbattista Pizzaballa | 59 | Europa | Alta (Gerusalemme) | Patriarca, ex Custode | Neutrale | 15.0 | Bassa |
José Tolentino de Mendonça | 58 | Europa | Moderata (Madeira, Curia) | Prefetto Cultura | Progressista | 20.0 | Bassa |
Robert Sarah | 79 | Africa | Alta (Guinea, Curia) | Ex Prefetto Culto Divino | Conservatore | 10.0 | Bassa |
Péter Erdő | 72 | Europa | Alta (Budapest) | Nessuno | Conservatore | 6.0 | Media |
Pronostico finale: chi ha più possibilità di diventare Papa?
Stilare un pronostico su chi sarà il prossimo Papa non è mai un esercizio semplice. I conclavi sono ambienti in cui le logiche umane si intrecciano con la dimensione spirituale, e la storia ci insegna che molte elezioni sono arrivate per vie inattese, dopo votazioni complesse o apparentemente imprevedibili.
Tuttavia, analizzando le dinamiche interne al collegio cardinalizio, le correnti in campo, i fattori geopolitici e pastorali e le indicazioni offerte dai bookmaker, è possibile ipotizzare alcuni scenari plausibili.
Il favorito: Luis Antonio Tagle
Il cardinale filippino appare come il candidato più in sintonia con l’eredità di sco: carismatico, empatico, di visione globale e con un forte profilo pastorale. La sua elezione segnerebbe un punto di svolta nella storia della Chiesa: il primo Papa asiatico e il volto della “Chiesa delle periferie”. Tuttavia, la sua posizione non direttamente apicale in Curia e la percezione di essere “troppo bergogliano” per alcuni settori potrebbero limitarne i consensi nelle ultime votazioni.
L’alternativa moderata: Pietro Parolin
Se il conclave cercherà un profilo più istituzionale, di garanzia e capace di tenere uniti i diversi fronti, Parolin rappresenta l’opzione più concreta. Segretario di Stato, diplomatico esperto, uomo di Curia rispettato, ha l’età giusta e un profilo adatto per un pontificato di continuità moderata. Il rischio è che la sua figura venga percepita come troppo “gestionale” e poco ispirante.
La sorpresa possibile: Fridolin Ambongo
In forte ascesa nei pronostici, Ambongo potrebbe rappresentare la sintesi tra innovazione e autenticità evangelica. La sua elezione costituirebbe un segnale potentissimo verso una Chiesa davvero globale, radicata nel Sud del mondo e impegnata in prima linea sui fronti sociali e ambientali. Resta da capire se i cardinali africani riusciranno a fare fronte comune e convincere gli elettori più scettici sulla sua esperienza di governo internazionale.
Il compromesso europeo: Jean-Claude Hollerich o Matteo Zuppi
Entrambi rappresentano la continuità riformatrice in due declinazioni differenti: Hollerich più intellettuale, sinodale e universale; Zuppi più pastorale, popolare e incarnato nella realtà italiana. Se nessuno dei tre candidati principali dovesse raccogliere i voti necessari, uno di loro potrebbe emergere come soluzione di mediazione tra riformisti e moderati.
Il nostro pronostico
Se dovessimo formulare una previsione oggi, alla vigilia del conclave, il nome più plausibile è Luis Antonio Tagle. È il candidato che meglio incarna il futuro che molti cardinali sembrano volere per la Chiesa: missionaria, globale, vicina ai poveri e fedele allo spirito del Concilio Vaticano II. Tuttavia, in caso di eme, l’elezione potrebbe virare su una figura più “istituzionale” come Pietro Parolin o su una sorpresa storica come Ambongo.